2009/10/13

2022/10/13: muore a 93 anni Jim McDivitt

Il 17 ottobre 2022 la NASA annuncia la morte di James McDivitt, avvenuta il 13 ottobre.

2009/03/14

1969/03/14: La felice conclusione del volo di McDivitt, Scott e Schweickart su "La Stampa"

Dalla prima pagina de "La Stampa" di venerdì 14 marzo 1969: la trionfale conclusione della missione Apollo 9, che avvicina sempre di più il primo sbarco umano sulla Luna entro la fine degli anni sessanta (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


La cronaca delle ultime ore nello spazio e del successivo rientro sulla Terra dell'equipaggio di Apollo 9 su "La Stampa" di venerdì 14 marzo 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2009/03/13

1969/03/13 18:01 IT: "Splashdown" nell'Oceano Atlantico. Missione compiuta per McDivitt, Scott e Schweickart

Giovedì 13 marzo 1969: il lungo viaggio intorno alla Terra dei tre astronauti di Apollo 9 volge alla conclusione. Oggi è il giorno del rientro. Dopo 151 giri inanellati intorno al globo ha inizio l'emozionante e delicata fase del ritorno.

A causa delle pessime condizioni meteorologiche nel punto originariamente previsto per l'ammaraggio, la nuova zona dove avverrà lo "splashdown" è stato all'ultimo momento modificato. Non più nei pressi delle Bermuda, ma più a sud, vicino all'Isola Grand Turk nel gruppo delle isole delle Bahama. Per questo motivo il Centro di Controllo di Houston ha chiesto ai tre astronauti di compiere un'orbita supplementare, restando così nello spazio un'ora e 37 minuti in più rispetto al programma originale del volo.

La fase critica del rientro ha inizio alle 17:31 ora italiana, le 11:31 della costa orientale degli Stati Uniti. Sono trascorse 240 ore e 36 minuti dal momento del distacco dalla rampa di lancio 39-A, quando David Scott, il pilota del Modulo di Comando (CM), mette in funzione il potente motore del Modulo di Servizio (SM) in modo da spingere l'Apollo verso il basso, fuori dall'orbita seguita fino a quel momento.

Abbandonato successivamente lo stesso Modulo di Servizio, poco più tardi la capsula Apollo, con a bordo il suo prezioso carico, James McDivitt, Russell Schweickart e David Scott, che con il loro viaggio hanno avvicinato come non mai l'America al raggiungimento del satellite della Terra, si tuffa attraverso gli strati densi dell'atmosfera terrestre.

E' il momento più drammatico al termine di ogni missione spaziale. Gli uomini, anche mentre tentano di conquistare altri corpi celesti, si trovano ad affrontare i pericoli maggiori quando partono dal loro pianeta natale, la Terra, e quando vi ritornano.



Trascorsi, tra la tensione generale dei tecnici della NASA, i quattro interminabili minuti di "blackout", in cui non è possibile alcuna comunicazione tra il centro di controllo a terra e la capsula, dalla portaerei di recupero "Guadalcanal" i marinai e il personale di bordo odono in maniera distinta il "boom" provocato da ciò che rimane del grande veicolo spaziale lanciato il 3 marzo da Cape Kennedy che attraversa il muro del suono. L'emozionante e spettacolare discesa della capsula verso le acque dell'Oceano Atlantico viene irradiata in diretta in tutto il mondo attraverso i canali televisivi grazie alle telecamere installate a bordo degli elicotteri di recupero.

Dopo l'apertura dei tre paracadute principali alle 18:01 ora italiana, le 12:01 in Florida, lo "splashdown" a meno di cinque chilometri dalla nave portaerei "Guadalcanal". sono trascorse 241 ore e 54 secondi dall'inizio della missione. L'astronave comandata da James McDivitt tocca dolcemente le acque dell'Oceano in perfetto assetto con la cabina perfettamente in verticale, al contrario dei due rientri precedenti, quelli di Apollo 7 e 8, tanto che non è necessario ricorrere allo speciale congegno di galleggiamento per raddrizzarla.



La discesa finale della capsula che riporta sulla Terra dopo dieci giorni di volo l'equipaggio di Apollo 9 (foto ap9-S69-20364).



Ore 18:01 italiane, il Modulo di Comando "Gumdrop" tocca le acque dell'Oceano Atlantico. Per McDivitt, Scott e Schweickart missione compiuta! (foto ap9-69-H-444).



I cosiddetti "uomini rana" hanno raggiunto la capsula Apollo, tra breve si aprirà il portello e gli astronauti potranno finalmente respirare aria fresca (foto ap9-KSC-69PC-78).


Usciti dalla cabina di quella che è stata la loro casa nel cosmo per dieci giorni alle 18:27 ora italiana, i tre astronauti raggiungono la portaerei "Guadalcanal" a bordo degli elicotteri di recupero.

Alle 18:50 i tre eroi di Apollo 9, appena sbarcati sulla nave recupero, ricevono il primo giusto tributo di applausi dai militari e dal personale di bordo. E' il più degno epilogo di una nuova impresa umana condotta alla perfezione dal principio alla fine.


(foto ap9-S69-27921, scansione di Ed Hengeveld)



(foto ap9-KSC-69PC-81)



(foto ap9-69-H-452)

1969/03/13: Il giorno del rientro su "La Stampa"

Le ultime ore prima del rientro sulla Terra su "La Stampa" di giovedì 13 marzo 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


La prima pagina dell'edizione pomeridiana di "Stampa Sera" con la notizia del rientro odierno di Apollo 9 e il collegamento in diretta per lo "splashdown" sul programma nazionale della RAI (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2009/03/12

1969/03/12: La vigilia del rientro su "La Stampa"


Tutto è pronto per il rientro sulla Terra dell'equipaggio di Apollo 9. Le ultime notizie sul quotidiano "La Stampa" di mercoledì 12 marzo 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).



Anche nell‘edizione pomeridiana di "Stampa Sera" del 12 marzo si ricorda il prossimo ritorno a terra previsto per domani di McDivitt, Schweickart e Scott (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2009/03/11

1969/03/11: Ultimi giorni in orbita per McDivitt, Schweickart e Scott su "La Stampa"

Ultime notizie sul regolare volo di Apollo 9 nell'edizione de "La Stampa" di martedì 11 marzo 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2009/03/10

1969/03/10: Il viaggio intorno alla Terra dei tre di Apollo 9 su "La Stampa"

La tranquilla domenica trascorsa a bordo dell'Apollo 9 su "Stampa Sera" di lunedì 10 marzo 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


Li hanno lasciati dormire

Una domenica tranquilla per i 3 dell’Apollo

La sveglia, dalla base, è suonata un’ora più tardi, alle 12,30 - Poi hanno preso fotografie della Terra - Forse non subirà variazioni l’Operazione Luna

Houston, lunedì mattina

Erano le 12,30 italiane, cioè un’ora dopo quella fissata dal programma, quando il Centro spaziale di Houston ha svegliato ieri i tre astronauti dell’“Apollo 9”, i colonnelli James McDivitt e David Scott ed il civile Russell Schweickart. Si è voluto farli dormire un’ora di più del previsto perché il loro recupero di energie dopo l’estenuante giornata di venerdì sia completo. Subito dopo essersi svegliati gli astronauti, che in quel momento avevano già trascorso nello spazio 139 ore e mezzo della loro missione di dieci giorni, già considerata un grande successo, hanno trasmesso alle stazioni di rilevamento a Terra una serie di dati sul volo e altre informazioni.

Anche la gionata di ieri non è stata una gionata pesante, essendo stati i tre occupati soprattutto dalla ripresa fotografica della superficie terrestre con filtri speciali che dovrebbero consentire l’identificazione di eventuali giacimenti minerari, sotto la crosta terrestre, rimasti finora ignorati e la presenza di importanti banchi di pesci dando anche così un importante contributo alla lotta contro la fame nel mondo.

A parte l’inconveniente avutosi sabato con il motore del modulo di servizio che non si è acceso che dopo un secondo tentativo, inconveniente che è stato appreso dalla Nasa con una certa preoccupazione e che si spera di chiarire in tutti i suoi aspetti al rientro degli astronauti dalla missione, si può affermare sin d’ora che l’“Apollo 9” ha sgomberato la via per i tre astronauti che a bordo dell’“Apollo 10” dovranno orbitare attorno alla Luna per 63 ore nel prossimo mese di maggio, cioè per un periodo triplo rispetto agli astronauti dell’“Apollo 8” durante la loro storica orbita attorno al satellite naturale della Terra nello scorso Natale.

Ma ancora decisioni definitive non sono state prese. Si attende di poter disporre di tutti i dati della missione dell’“Apollo 9”, dati che verranno esaminati a fondo nel corso di una riunione che si svolgerà a Washington verso la fine del corrente mese. Sarà in questa sede che i responsabili del progetto decideranno se per l’“Apollo 10” si debba procedere secondo il programma facendolo orbitare attorno alla Luna per 63 ore. Soluzione questa che sin da ora appare la più probabile.

(Associated Press)

2009/03/09

1969/03/09: L'entusiasmo della NASA per i successi di Apollo 9

Mentre da un'altezza di 236 chilometri James McDivitt, David Scott e Russell Schweickart proseguono il loro viaggio intorno alla Terra a 28.000 chilometri l'ora, ammirando come pochi la bellezza del nostro pianeta, alla NASA l'entusiasmo per l'andamento della missione di Apollo 9 è a mille. Alle fantastiche manovre riuscite ai tre astronauti si aggiungono due elementi fondamentali per la continuazione del programma lunare a "stelle e strisce": per prima cosa la nomina ufficiale, il 5 marzo, del nuovo direttore della NASA, Thomas O. Paine, in sostituzione del dimissionario James Webb. Già a ottobre del 1968 Paine, come direttore incaricato dopo le dimissioni di Webb, aveva ben figurato con tutti i suoi collaboratori: scienziati, tecnici, fornitori e ingegneri industriali presso i molti centri operativi e i laboratori dell'ente spaziale sparsi per il paese.

Tutti questi esperti lo hanno trovato acuto e geniale, allo stesso tempo convincente e deciso nelle sue argomentazioni e pieno di passione per il suo lavoro, in particolare per il conseguimento finale degli obiettivi del Programma Apollo. Benché Thomas O. Paine sia democratico la sua nomina a direttore generale della NASA è stata voluta dal nuovo presidente eletto, Richard Nixon.

Il secondo elemento fondamentale è la prossima apertura della grande porta del V.A.B. (Vehicle Assembly Building), il colossale edificio in cui vengono assemblati i vari veicoli pronti per essere lanciati nello spazio. Nei giorni di Apollo 9 si sta completando l'assemblaggio del Saturn V che lancerà nel maggio prossimo tre uomini verso la Luna, in quella che sarà probabilmente la prova generale prima del vero e proprio atterraggio di un'equipaggio sulla superfice selenica.


Da un'altezza di 236 chilometri, una porzione del pianeta Terra, fotografata da bordo dell'Apollo 9 (foto AS09-22-3410, scansione di Ed Hengeveld).



Al di sopra della Florida, i tre astronauti di Apollo 9 fotografano la base da dove sono partiti per l'orbita terrestre: Cape Kennedy (foto AS09-23-3546, scansione di Ed Hengeveld).


Un fotogramma tratto dal filmato ripreso con la cinepresa di bordo mostra l'equipaggio di Apollo 9 all'interno del Modulo di Comando.

1969/03/09: Le ultime notizie sul volo di Apollo 9 su "La Stampa"


Le ultime notizie sul volo di McDivitt, Scott e Schweickart nell'edizione del quotidiano "La Stampa" di domenica 9 marzo 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2009/03/08

1969/03/08: Dopo le emozioni del giorno precedente, un po’ di riposo

Dopo la straordinaria ed emozionante giornata trascorsa ieri con il successo delle manovre più difficili e pericolose della missione, James McDivitt, Russell Schweickart e David Scott hanno raggiunto il 97 per cento degli obiettivi del volo. Il giorno precedente i tre di Apollo 9 sono stati impegnati per le manovre di allontanamento, di discesa simulata sulla Luna e di successivo ricongiungimento di "Spider", il Modulo Lunare (LM), con "Gumdrop", il Modulo di Comando (CM), complessivamente per più di diciotto ore.

"Vorrei dormire tre giorni di seguito, ragazzi!", così con queste parole aveva concluso ieri l'ultimo collegamento con la Terra il comandante McDivitt.

Il più della diciannovesima missione spaziale americana della storia è fatto: il Modulo Lunare ha funzionato egregiamente, così come il Modulo di Comando e il razzo di servizio. Tutto il complesso meccanismo del "Progetto Apollo" è pronto per la fase decisiva della conquista della Luna.

Questo in sintesi il significato e la portata dello spettacolare "carosello" orbitale messo in atto ieri dai tre astronauti di Apollo 9.

Sulla Terra, intanto, nel corso di una conferenza stampa il direttore del programma Apollo, Samuel Phillips, dichiara che "...la difficile impresa compiuta ieri dagli astronauti di Apollo 9 ha superato perfino le più rose aspettative. Tra una ventina di giorni ci sarà un'importante riunione dei dirigenti della Nasa per decidere se tentare il primo allunaggio umano sulla Luna già nel prossimo mese di giugno o se invece rispettare i piani originali ed effettuare un altro esperimento simile a quello di Apollo 9 ma in orbita lunare con Apollo 10 ed affrontare l'impresa dello sbarco con la missione di Apollo 11 in luglio".

Ora ai tre uomini della NASA in orbita restano altri cinque giorni di volo, sicuramente più tranquilli, prima del rientro sulla Terra previsto per giovedì 13 marzo. Secondo il programma di volo questo periodo sarà utilizzato per eseguire una serie di manovre definite di "routine": nuove accensioni del motore di servizio, esercitazioni nella navigazione e nel rilevamento delle stelle, e osservazione del nostro pianeta, con numerose riprese fotografiche e cinematografiche.


Il comandante della missione Apollo 9, James McDivitt, fotografato a bordo del Modulo di Comando "Gumdrop" (foto AS09-20-3154, scansione di Ed Hengeveld).



Dall'alto dell'orbita terrestre la vista di un ciclone fotografato dagli astronauti di Apollo 9 (foto AS09-22-3374, scansione di Ed Hengeveld).



La bellezza del nostro pianeta Terra, vista e ammirata dai tre astronauti di Apollo 9.

1969/03/08: Il successo dell'impresa di Apollo 9 su "La Stampa"


La cronaca della storica giornata di Apollo 9 sulla prima pagina de "La Stampa" di sabato 8 marzo 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


L'impresa di McDivitt, Scott e Schweickart sulla prima pagina di "Stampa Sera" di sabato 8 marzo 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2009/03/07

1969/03/07: La giornata cruciale

Il giorno che si apre con la solita sveglia dal Centro di controllo di Houston è per i tre astronauti di Apollo 9 il quinto e il più difficile da quando hanno lasciato il pianeta Terra lunedì 3 marzo 1969.

È il momento della manovra fondamentale dell'intera missione: il distacco del Modulo Lunare (LM) dall'astronave madre, il suo allontanamento in volo libero, la successiva separazione dei due stadi di "Spider" (quello di ascesa da quello di discesa) ed infine il ricongiungimento con la capsula Apollo.

I rischi che oggi corrono i tre astronauti, soprattutto per i due a bordo del LM, non sono da sottovalutare. Il "ragno lunare" è un congegno complesso, fragile e delicato. È concepito per muoversi e funzionare nello spazio e naturalmente per scendere sulla superfice della Luna e ripartirne. Nel caso della missione di Apollo 9, se "Spider" non riuscisse a ricongiungersi con l'astronave-madre "Gumdrop", James McDivitt e Russell Schweickart non avrebbero alcuna possibilità di salvezza. Il Modulo Lunare da solo non potrebbe ritornare sul nostro pianeta: la sua struttura non sarebbe in grado di sopportare l'attrito con i primi strati dell'atmosfera e le conseguenti temperature infernali del rientro.

I tecnici e i dirigenti della NASA parlano senza metafora, nel corso di una conferenza stampa, di giornata "decisiva" e di "vita e di morte". Vita e morte per i due astronauti a bordo del Modulo Lunare ma anche per lo stesso programma lunare americano: oggi, 7 marzo 1969, è il momento della verità.

Consumata la colazione e indossata di nuovo la tuta spaziale, i tre astronauti si accingono per la prova più spettacolare della missione. Sono trascorse 92 ore e trentanove minuti dal distacco dalla rampa di lancio 39-A, in Italia sono le 13:39, è in corso a cinquantanovesima orbita intorno alla Terra. David Scott, rimasto solo a bordo del Modulo di Comando, aziona il dispositivo di sblocco per liberare le dodici staffe che fino a quel momento hanno tenuto unite la capsula Apollo al Modulo Lunare dove si trovano ora James McDivitt e Russell Schweickart.

Dopo il distacco, per circa una ventina di minuti "Gumdrop" e "Spider" procedono appaiati alla straordinaria velocità di 28.000 chilometri l'ora. Attraverso gli oblò delle due navicelle, i tre uomini della NASA si osservano, si salutano, ma soprattutto compiono un'accurata ispezione dei due veicoli spaziali. Alle 14:02 italiane, al di sopra dell'Oceano Atlantico, quando i due veicoli sono ad una distanza di quindici metri l'uno dall'altro, Scott aziona i piccoli razzi direzionali dell'Apollo allontanandosi dal Modulo Lunare e collocandosi su un'orbita circolare intorno alla Terra di 247 per 243 km.

Quarantacinque minuti dopo, assicuratisi del perfetto funzionamento del "ragno lunare" in tutti i suoi componenti, McDivitt e Schweickart accendono per venticinque secondi il motore principale della sezione di discesa, collaudando la manovrabilità del veicolo e portandosi ad un'altezza dal nostro pianeta di 251 km, in un'orbita più allungata rispetto alla posizione dell'astronave pilotata da Scott. In tal modo il LMimpiega molto più tempo a compiere il suo giro di rivoluzione, perdendo così terreno rispetto all'Apollo.

Alle 16:40 italiane, quando la distanza tra le due navicelle è di 81 chilometri, viene nuovamente riacceso il razzo della sezione di discesa di "Spider", portando lo straordinario veicolo alla distanza massima di 180 chilometri dalla capsula pilotata da Scott. I tre astronauti ormai hanno perso ogni contatto visivo tra di loro; l'unico collegamento che li unisce sono le comunicazioni radio. Alle 17:37 italiane, a quattro ore dall'inizio della spettacolare ma delicatissima operazione, sul cielo dell'Africa meridionale ha inizio la parte più difficile dell'intera missione di Apollo 9, ovvero la manovra che dovrà concludersi con il "rendez-vous" e quindi con l'attracco di "Spider" con "Gumdrop".

Il comandante McDivitt e il suo compagno di avventura Schweickart modificano nuovamente la loro orbita, abbassandone la quota e riguadagnando in questo caso il terreno che avevano perduto nei confronti del veicolo madre.
Avvistato finalmente "Gumdrop", viene sganciata facendo saltare i bulloni esplosivi la sezione di discesa del LM con le sue quattro zampe, mettendo allo scoperto il razzo della sezione di risalita. In vista del "rendez-vous" e successivo aggancio, McDivitt effettua l'accensione del motore come se si trattasse di una partenza dal suolo lunare, poi con una serie di accensione i due uomini a bordo del LM riducono progressivamente la distanza tra loro e Scott. Se la manovra di aggancio non riuscisse, McDivitt e Schweickart rimarrebbero prigionieri in orbita, destinati a morire una volta esaurite le riserve di ossigeno.

Ma ancora una volta tutto si svolge alla perfezione: i motori e il radar di "Spider" funzionano impeccabilmente. Alla vista di ciò che rimane del Modulo Lunare, il pilota del Modulo di Comando David Scott trasmette i suoi saluti: "Siete il ragno più grande, più simpatico e più buffo che io abbia mai visto!"

Alle 19:59 ora italiana, mentre le due navicelle sorvolano l'emisfero del nostro pianeta ancora illuminato dal Sole, avviene il "docking". "Non ho mai sentito un suono così piacevole" esclama entusiasta il comandante McDivitt. A terra l'orologio del Centro spaziale di Houston segna 99 ore e tre minuti dall'inizio del volo da Cape Kennedy.

Dopo aver portato a termine con successo il ricongiungimento nello spazio, un'ora circa dopo, McDivitt e Schweickart, infilandosi nello stretto condotto di collegamento, raggiungono di nuovo Scott e riprendono posto a bordo del Modulo di Comando.

Sull'Apollo si fa festa. I cuochi della NASA, prevedendo il successo dell'impresa, hanno avuto un delicato pensiero per i precursori del viaggio lunare ed hanno preparato per il quinto giorno di volo un menù speciale: oltre a carne, verdura e formaggio questa volta c'è anche un gustosissimo dolce.

Prima che i tre astronauti inizino un giusto e lungo periodo di riposo, viene distaccato ciò che rimane dell'originario "Spider", la sezione superiore, poi su comando radio da Terra viene riacceso il motore fino all'esaurimento del carburante. Ora sia lo stadio di ascesa come quello di discesa sono dei relitti vuoti, destinati a disintegrarsi durante il rientro nell'atmosfera terrestre.


Il Modulo Lunare "Spider" libero nello spazio, fotografato da David Scott. A bordo, James McDivitt e Russell Schweickart (foto AS09-21-3212, scansione di Ed Hengeveld).



Il Modulo di Comando "Gumdrop" con a bordo David Scott, fotografato dal Modulo Lunare "Spider".



Foto AS09-21-3205, scansione di Ed Hengeveld.



Foto AS09-21-3183, scansione di Ed Hengeveld.



Lo stadio di risalita del Modulo Lunare con a bordo McDivitt e Schweickart; fra poco avverrà l'aggancio con il Modulo di Comando, dove li attende Scott. Foto AS09-21-3236, scansione di Ed Hengeveld.



La parte superiore del LEM "Spider", ormai priva di equipaggio a bordo, rilasciata nello spazio. Foto AS09-21-3254, scansione di Ed Hengeveld.

1969/03/07: L'uscita di Schweickart nello spazio sulla prima pagina de "La Stampa"

Il quotidiano "La Stampa", nell'edizione del mattino di venerdì 7 marzo 1969, dedica buona parte della prima pagina alla prima "attività extra-veicolare" del programma lunare Apollo svolta il giorno precedente da Russell Schweickart (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2009/03/06

1969/03/06: L'uscita nello spazio di Schweickart

Giovedì 6 marzo 1969: è il quarto giorno in orbita per i tre astronauti di Apollo 9. Dopo i disturbi del giorno precedente, dovuti probabilmente al cosiddetto "mal di spazio", Russell Schweickart, al suo risveglio dopo una notte tranquilla trascorsa a bordo del Modulo di Comando (CM), si sente di nuovo in ottima forma e da Terra, dopo un attento consulto tra i responsabili del volo e il medico ufficiale della NASA Charles Berry, viene dato il via all'uscita nel cosmo dell'astronauta dai capelli rossi color ruggine.

Il comandante McDivitt e il pilota di "Spider" strisciano di nuovo all'interno del Modulo Lunare (LM) attraverso lo stretto condotto di collegamento. Come David Scott rimasto solo a bordo del Modulo di Comando (CM) anche McDivitt e Schweickart indossano la combinazione spaziale completa. Dopodiché entrambe le cabine vengono svuotate dell'ossigeno a bordo, in modo da creare all'interno dei due veicoli lo stesso vuoto dello spazio esterno; conclusa l'operazione vengono aperti i due boccaporti del Modulo di Comando "Gumdrop" e del Modulo Lunare "Spider". Sono le 17:45 ora italiana, al di sopra dell'Oceano Pacifico Russell Schweickart munito della speciale tuta e dello zaino "PLSS", la stessa che indosseranno i futuri pedoni lunari, esce sulla piattaforma veranda del LEM.

"Ragazzi, che vista!" è il primo commento della matricola del cosmo, al suo primo viaggio extra-atmosferico. "Come ti senti Rusty? ", gli chiede il comandante di Apollo 9 McDivitt. "Magnificamente!", risponde entusiasta il pilota del Modulo Lunare (LM). Quando in Italia l'orologio segna le 18:01 anche David Scott si sporge con il capo e le spalle al di fuori del Modulo di Comando (CM) e inizia a scattare foto e a riprendere con la cinepresa l'attività del pilota del Modulo Lunare (LM).

Anche se l'EVA (Extra Vehicular Activity) di Schweickart pianificata originariamente per una durata di due ore e mezza, viene abbreviata invece a soli 37 minuti, l'astronauta, alla velocità di 28.000 chilometri all'ora e ad un'altezza dal pianeta Terra di 210 chilometri, sperimenta con successo l'efficacia della tuta lunare e dell'apparecchio per l'ossigeno, uno speciale zaino portatile, che saranno usati sulla superfice lunare.

Durante tutto il periodo in cui rimane fuori dal "ragno" Russell Schweickart diventa il primo "satellite umano" autosufficiente della storia. Per la prima volta un astronauta, protetto dalla tuta che lo isola dai tremendi sbalzi di temperatura (+120 °C nella parte esposta al Sole, -120 °C nella parte in ombra), dipende interamente per la respirazione dell'ossigeno, il condizionamento dell'aria, le comunicazioni radio con il centro di controllo a terra e con i compagni di volo, dall'apparecchio che porta sulle spalle, anziché dal "cordone ombelicale" finora utilizzato nelle precedenti attività extra-veicolari.


L'uscita di Schweickart fotografata dall'interno del Modulo Lunare dal comandante della missione, James McDivitt.


Un'altra foto scattata da McDivitt dall'interno del Modulo Lunare "Spider"


Una parte del Modulo Lunare "Spider" fotografato da Schweickart (foto AS09-20-3066, scansione di Ed Hengeveld).


Nella fotografia scattata da Schweickart si nota dal portello aperto del Modulo di Comando David Scott (foto AS09-20-3071, scansione di Ed Hengeveld).


(foto AS09-20-3064, scansione di Ed Hengeveld).


(foto AS09-20-3069, scansione di Ed Hengeveld).


(foto AS09-20-3060, scansione di Ed Hengeveld).


(foto AS09-19-2994, scansione di Ed; Hengeveld).




(foto AS09-19-2982, scansione di Ed Hengeveld).




Foto AS09-20-3077, scansione di Ed Hengeveld.



Alle 18:52 ora italiana, mentre l'Apollo 9 sorvola il cielo sopra le Canarie, Schweickart conclude la sua fantastica esperienza rientrando a bordo del Modulo Lunare (LM). Alle 19:02 anche David Scott richiude il portello del Modulo di Comando (CM). Circa un'ora dopo, quando in Italia sono le 20:00, avviene anche il secondo collegamento televisivo in diretta dal LEM "Spider". La trasmissione della durata di quindici minuti mostra McDivitt e Schweickart mentre consumano un pasto in assenza di peso.

Dopo il successo dell'attività extra-veicolare di Schweickart e il breve collegamento televisivo, i due astronauti chiudono i boccaporti tra i due veicoli e raggiungono Scott a bordo di "Gumdrop". Li attende un periodo di riposo in vista del loro quinto e più difficile giorno nello spazio: il distacco del Modulo Lunare "Spider" dal Modulo di Comando "Gumdrop" e il successivo ricongiungimento.

Alcuni fotogrammi ripresi durante la seconda trasmissione televisiva all'interno del LEM: